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19 Settembre 2021

Un bene che scomoda

Mc 9,30-37

Nella prima lettura, tratta dal libro della Sapienza, un gruppo di persone malvagie condannano il giusto considerandolo un incomodo. Una persona scomoda. E quando le organizzazioni mafiose considerano qualcuno ‘scomodo’, la fine è scontata.

Perché è scomoda? Perché richiama le cose giuste, le cose buone. Il bene. E il bene, se è fatto bene, mentre fa il bene, genera anche divisione. Crea scompiglio. Scoccia. Smuove. Libera. E la libertà non piace a tutti. Anzi. Per questo nel vangelo Gesù richiama la sua morte. E’ fatto fuori perché fa il bene. E se fa troppo bene meglio ucciderlo per evitare che il popolo ‘alzi troppo la cresta’, si senta troppo degno e libero.

Perché questa ingiustizia? Nel suo libro Giobbe grida a Dio questa ingiustizia e chiede spiegazioni con una sfacciataggine che sfiora l’irriverenza. Eppure lui domanda e trova risposta. I discepoli invece non vogliono affrontare la questione. Tacciono per due volte ma poi scopriamo si stan facendo un’altra domanda. Chi sia il più grande. Ah, nel cammino hanno sostituito la domanda sul perché la sofferenza del giusto con: come facciamo a divenire grandi e potenti?

Perché quando non accettiamo di fare il bene rischiando di ‘prenderle’ o fare ‘figuracce’ lo facciamo per essere visti e lodati come i farisei che amano sentirsi chiamare ‘rabbi’ e ‘consiglieri’ del popolo. E ricordo un fatto della vita di Gesù che mi aiuta meglio a comprendere. Il Maestro è invitato a cena da un dottore della legge. Tutti vanno ai primi posti e nessuno si siede a fianco di un uomo idropico. Lo fa solo Gesù. E da questa ‘cattedra’ dice a chi lo ha invitato: «Quando offri un pranzo o una cena, non invitare i tuoi amici, né i tuoi fratelli, né i tuoi parenti, né i ricchi vicini, perché anch’essi non ti invitino a loro volta e tu abbia il contraccambio.

Al contrario, quando dài un banchetto, invita poveri, storpi, zoppi, ciechi; e sarai beato perché non hanno da ricambiarti. Riceverai infatti la tua ricompensa alla risurrezione dei giusti». (Lc 14,12-14). Per evitare di fare il bene con l’obiettivo di essere visti meglio scegliere come destinatari chi non ha da ricambiare. E saremo beati.

Signore aiutaci non avere paura di mostrarti l’assurdo e l’ingiustizia del giusto perseguitato e soprattutto aiutaci a fare il bene a chi non ha da ricambiarci. E saremo beati…
#19settembre2021 #Cmv #Vangelodelladomenica

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Ogni settimana abbiamo pensato di proporre alcune “pillole di catechesi” guidate da Suor Maria Giovanna, clarissa e e Padre Luca Vitali. Si tratta di un commento con spunti di riflessione al Vangelo della domenica.

Suor Maria Giovanna, è nata nel 1957 ed è la madre superiora delle Sorelle Povere di Santa Chiara, presso la chiesa di San Biagio di Forlì. Entrata nel monastero nel 2000, dopo aver esercitato per oltre 20 anni la professione di psicologa e di insegnante, dal 2008 (anno della professione solenne), fa definitivamente parte di questa piccola comunità francescana, che è composta attualmente da undici sorelle.

Padre Luca Vitali è nato nel 1974 ed è cresciuto a Forlimpopoli frequentando gli scout e l’Azione Cattolica. Nel 1998 è entrato nella Comunità Missionaria di Villaregia e nel 2004 è diventato prete. Ha vissuto in diverse sedi della comunità, sempre dedicandosi alla formazione missionaria, in particolare dei giovani, e anche a Forlì ha diretto per alcuni anni l’ufficio missionario diocesano. Dal 1° novembre 2020 si trova in missione a San Paolo nel Brasile.