Visita pastorale a Villa Igea
È proprio mercoledì il giorno scelto da Don Carlo, Don Thomas e il Diacono Daniele della nostra Unità Pastorale dove a turno, o anche insieme, vanno a trovare i malati dell’ospedale e di Villa Igea, a portare loro un saluto e anche i conforti religiosi. L’attività della Chiesa, in generale, è stata sempre orientata alla cura dei malati e con l’ospedale Villa Igea era in atto una bellissima collaborazione con la tradizionale celebrazione Eucaristica festiva delle ore 16.
Durante Il tempo della pandemia è stata data una spallata a questo servizio che era già un po’ in crisi. Alla Messa festiva partecipavano per lo più i parrocchiani residenti nelle vicinanze di Villa Igea e l’assistenza religiosa era solo portare l’Eucarestia a chi ne faceva esplicita richiesta e l’estrema unzione ai moribondi. Il Parroco Don Carlo ha voluto recuperare questo prezioso servizio dando nuovo slancio in un pomeriggio specifico, appunto tutti i mercoledì dalle ore 16, puntando principalmente alla visita di tutti i malati dei tre reparti di Villa Igea: lungodegenti, oculistica e cura dell’obesità. Visita che dura quasi sempre oltre un’ora.
E’ stata una sorpresa constatare che molti pazienti di Villa Igea provengono da diverse regioni d’Italia, scoprire le situazioni a volte critiche dei ricoverati lungodegenti (molte volte anziani forlivesi e romagnoli impegnati nella riabilitazione) e per gli operati di oculistica constatare un grande turnover. Nelle visite oltre al colloquio, al momento di preghiera, alla benedizione dei malati viene distribuita la S. Comunione per coloro che lo richiedono.
Sono state celebrate nella casa di cura Villa Igea funzioni religiose domenicali e in occasione della festa di tutti i santi, con diverse modalità e in diversi orari: Liturgia della Parola col Diacono, S. Messa in orari che favorivano la presenza dei pazienti dell’ospedale, a volte coinvolgendo anche sacerdoti e diaconi ricoverati.
Andare a trovare gli ammalati è opera di carità di ogni cristiano. L’assistenza spirituale nei luoghi di cura, invece, ha bisogno di persone formate perché inserite in un contesto operativo delicato in cui è necessaria una stretta collaborazione e disponibilità con i degenti.
Dobbiamo essere formati altresì per entrare nelle case delle persone malate, per portare loro conforto, per portare Gesù Eucarestia; formati dal punto di vista liturgico e dal punto di vista relazionale.
La pastorale della nostra comunità parrocchiale rivolta agli anziani e ammalati ci possa permettere di diventare una “comunità sanante”, che possa mettere attorno alla mensa eucaristica tutti i “crocifissi che soffrono” e non hanno voce per gridare il loro dolore.
[D.Z.]