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Solidarietà, bellezza, speranza: l’impegno per una “Chiesa in uscita” nell’anno del Giubileo

L’anno del Giubileo rappresenta per la Chiesa un tempo di grazia, di rinnovamento spirituale e di conversione comunitaria. Nel solco del magistero di Papa Francesco e del cammino sinodale, parole come solidarietà, bellezza e speranza non sono semplici concetti astratti, ma indicano le coordinate essenziali per vivere oggi l’impegno di una “Chiesa in uscita”, una Chiesa che esce da sé per incontrare il mondo, soprattutto nelle sue periferie geografiche ed esistenziali.

Solidarietà: il cuore del Vangelo
Per Padre Giacomo Costa, la solidarietà non è solo un’azione sociale, ma un atteggiamento evangelico radicale. In un mondo segnato da disuguaglianze crescenti, crisi migratorie, conflitti e povertà, la Chiesa è chiamata a testimoniare la vicinanza di Dio attraverso gesti concreti di fraternità. Essere solidali significa condividere la vita, ascoltare le sofferenze degli ultimi, fare spazio all’altro come parte di sé. La solidarietà è anche una sfida culturale: smascherare l’indifferenza e la logica dello scarto, promuovendo invece la logica del dono e della comunione.

Bellezza: via di evangelizzazione
Nel pensiero gesuitico e nella riflessione di Padre Costa, la bellezza ha una forza missionaria straordinaria. Non si tratta di una bellezza superficiale o estetizzante, ma della bellezza che salva, che rivela la verità e l’amore di Dio. In una Chiesa in uscita, la bellezza si manifesta nei volti delle persone, nella liturgia viva e partecipata, nelle opere d’arte che parlano al cuore, ma anche nella cura del creato e della casa comune. La bellezza evangelica è quella che nasce dall’incontro autentico con Cristo e si riflette nella gioia del Vangelo condiviso.

Speranza: camminare insieme verso il Regno
In un tempo segnato da crisi di senso, guerre, pandemie e paure globali, la speranza cristiana è un bene prezioso da coltivare e condividere. Padre Costa insiste sull’importanza di una speranza incarnata, capace di orientare le scelte, dare coraggio e fondare nuove visioni. Sperare significa credere che il futuro è nelle mani di Dio, ma anche impegnarsi a costruirlo ogni giorno con fede e creatività. La sinodalità stessa è un segno di speranza: una Chiesa che ascolta, discerne e cammina insieme, è una Chiesa che apre spazi di futuro.

La “Chiesa in uscita” del Giubileo
Il Giubileo è dunque l’occasione per vivere in pienezza la missione della Chiesa in uscita: una comunità che non si chiude nelle proprie sicurezze, ma si lascia interpellare dalla storia, dalle ferite dell’umanità e dai segni dei tempi. È una Chiesa che mette al centro le relazioni, che si fa ospitale, che annuncia la misericordia con parole e gesti concreti. Come ricorda Padre Costa, questo non è solo un invito rivolto ai pastori, ma a tutti i battezzati, chiamati a essere lievito di solidarietà, bellezza e speranza nel mondo.

In questo cammino, lo Spirito Santo è il protagonista silenzioso ma potente. È Lui che guida la Chiesa a uscire da sé per incontrare Cristo nei poveri, nei giovani, nei lontani. È Lui che trasforma la fragilità in forza missionaria. E così, il Giubileo non è solo un evento da celebrare, ma un tempo da vivere con cuore aperto e piedi in cammino, come pellegrini della speranza.
[Daniele Z.]

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