Forlì, 1947. Di notte, tre giovani giornalisti disobbediscono al loro direttore, Giuseppe Prati, meglio conosciuto come Don Pippo, per scrivere un articolo sulla sua vita, spesa al servizio della città.
I ragazzi, Mariolina, Francesco e il giovane prete don Massimo, raccolgono documenti, foto e racconti. Quelli dei forlivesi, una razza di bestie romagnole, di tutti i tipi e i colori: dal campanaro al sindaco, dal comandante partigiano all’anziana perpetua, dalla fiera Jolanda Baldassari al drammaturgo Diego Fabbri.
Così il film tutto forlivese, per la regia di Romeo Pizzol, racconta la vita di Giuseppe Prati, un personaggio che è stato centrale per lo sviluppo della comunità cittadina. Grande educatore, parroco, giornalista, Don Pippo è tuttora un esempio di apertura, inclusività, carità e lungimiranza.
La sua vita è l’occasione per esplorare la rinascita di una città dopo la seconda guerra mondiale, costruendo un racconto corale fatto di persone, luoghi, fatti storici, leggende popolari, intrecciati e resi vivi dalle relazioni del paese.