Forlì, 4 giugno 2025 – Oggi pomeriggio l’Oratorio Don Bosco della Parrocchia dei Cappuccinini si è riempito di voci, colori e sorrisi per la “Festa del Doposcuola Multietnico”, un evento che ha visto protagonisti ben 60 bambini delle scuole elementari e medie, accompagnati da una rappresentanza dei circa 20 insegnanti volontari che li hanno seguiti durante tutto l’anno scolastico.
Molti dei piccoli partecipanti hanno indossato i vestiti tradizionali dei propri Paesi d’origine, trasformando l’oratorio in un vivace mosaico culturale che ha reso tangibile la ricchezza della diversità. Provenienti da circa 20 nazionalità diverse, tutti i ragazzi vivono a Forlì, principalmente nella zona dei Portici, via Matteotti, via Andrea Costa, via Manzoni e dintorni. La festa ha celebrato non solo la fine dell’anno scolastico, ma anche il percorso umano costruito insieme, fatto di apprendimento, relazioni e crescita personale.
Il pomeriggio è stato scandito da giochi e tornei all’aperto, seguiti da una ricchissima merenda preparata con amore dalle famiglie dei bambini. Un gesto che ha ulteriormente sottolineato il clima di comunità e partecipazione che ha contraddistinto l’intero anno di doposcuola, tenutosi ogni settimana dal lunedì al venerdì (escluso il mercoledì) dalle 15 alle 18. Dopo i compiti, sempre spazio al gioco nel cortile: un momento atteso e vissuto con entusiasmo da tutti.
Un ringraziamento speciale va a Simona, vera anima e grande animatrice del progetto, che ha coordinato con passione e dedizione il lavoro dei tanti maestri volontari. È anche grazie a lei se questo doposcuola è diventato, nel tempo, molto più di un supporto scolastico: un rifugio, uno spazio sicuro, un luogo di ascolto e fiducia dove i bambini hanno potuto esprimersi, raccontarsi, a volte anche sfogarsi, cercando risposte non solo ai compiti, ma alla vita.
Nel bilancio finale delle attività, è emersa con forza la profondità del legame costruito con questi “ragazzi terribili”, come qualcuno li ha definiti con affetto. Perché, nonostante le difficoltà, hanno saputo creare un gruppo unito, collaborativo, e soprattutto autentico.
Sono loro a lasciarci un’eredità preziosa: ci hanno insegnato tanto sul piano umano. E per questo, oggi, siamo noi a dire grazie a loro.
[D. Zattini]