Quando ero in Italia, con i miei fratelli e sorelle abbiamo accolto migranti salvati dal mare. Alcuni di loro raccontavano lo stupore di qualcuno che si era gettato in mezzo alle onde per prenderli con braccio sicuro, offrire un salvagente e metterli in salvo. Altri, giunti attraverso la Rotta Balcanica, ci raccontavano di qualche ‘angelo’ che, lungo il cammino, ha offerto loro una guida, un po’ di cibo, e soprattutto un po’ di calore umano.
Avanziamo nel nostro cammino di quaresima con una tappa fondamentale: il racconto delle tentazioni. Il nostro Dio per amarci si lascia tentare, cioè entra con noi tra le onde del mare che ci sballottano a destra e sinistra e cammina con noi nella fatica attraversando e ferendosi con i fili spinati e il salto dai muri. Egli non resta a guardare dall’alto, non ci dà pacche inutili sulle spalle restando nei suoi ‘comodi salotti’, ma entra con noi nella battaglia della vita.
Potremmo dire che il suo modo di salvarci non è offrirci una vita tranquilla, ma entrare nella nostra battaglia, nella nostra acqua che ci giunge alla gola. Anche noi, con il salmista, potremmo gridare: “Salvami, o Dio: l’acqua mi giunge alla gola. Affondo in un abisso di fango, non ho nessun sostegno; sono caduto in acque profonde e la corrente mi travolge” (Sal 68,2-3).
Il suo amore per noi è così forte che, pur di starci vicini e prenderci per mano, scende nelle nostre sconfitte, cade con noi e sente con noi tutta la fatica di rialzarsi. E in quello spazio di totale condivisione, il suo volto affaticato per amore, diventa l’arcobaleno di Dio, il segno grande della misericordia del Padre per ciascuno di noi. E così, anche noi, presi per mano da quell’amore così gratuito e totale, possiamo diventare angeli di bene, arcobaleni d’amore per i poveri che ancora gridano perché qualcuno li ascolti. Preghiamo con la continuazione del salmo 68.
Vedano i poveri e si rallegrino; voi che cercate Dio, fatevi coraggio, perché il Signore ascolta i miseri e non disprezza i suoi che sono prigionieri. A lui cantino lode i cieli e la terra… Perché Dio salverà Sion, ricostruirà le città di Giuda: vi abiteranno e ne riavranno il possesso (Sal 68,33-36).
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