Gesù è sfinito. Non ne può davvero più di questa modalità riduttiva di vivere la fede che i farisei e i dottori della Legge propongono.
Domenica scorsa, per difendere i suoi dalle accuse di mangiare senza fare le abluzioni, aveva denunciato il pericolo di dimenticare la vera Legge per seguire tradizioni inventate dagli uomini… oggi non attacca ma se ne va. Se ne va fuori dalla terra di Israele nella regione di Tiro e Sidone perché alle volte è proprio fuori dai nostri ‘cerchi’ che troviamo risposte e boccioli di speranza. E qui, come per incanto, Gesù incontra la donna siro fenicia e resta stupito da quella fede assoluta nella paternità di un Dio che non dovrebbe conoscere… e invece ne racconta il volto meglio di tanti ‘abituè del tempio’… (cf. Mc 7,24-30).
E ora il brano di oggi. In questa terra portano a Gesù un uomo sordo che parlava con difficoltà. Un uomo che non riesce a pregare solo perché non sa come ascoltare davvero la parola. Il problema non è di cuore ma di reale impedimento fisico. Se potesse ascoltare ascolterebbe… non come gli scribi… E, bellissimo, Gesù lo prende e lo porta in disparte perché la grammatica dell’amore non si insegna in pubblico, ma in una relazione intima di tu per tu con Dio. E qui mette le sue dita dentro le sue orecchie e sputa sulle mani e ficca le dita inumidite dentro la lingua. Sono gesti materni e sponsali che narrano una grande intimità e un grande desiderio di condivisione senza ‘schifo’ della fatica dell’altro. E poi questi occhi al cielo e un sospiro come implorare che a nessun altro possa accadere di volere e non riuscire ad ascoltare. E il grido di ingiustizia.
C’è chi vorrebbe ascoltare e non può e chi ogni giorno ha a che fare con la Legge e finisce per dimenticarla per ascoltare tradizioni umane. Gesù sente tutto l’assurdo di questa ingiustizia e cerca il volto del Padre del cielo per trovarne il senso… E il grido quasi di rinascita: “Effatà – apriti”. E finalmente quell’uomo e quelle nazioni fuori dei confini d’Israele potranno ascoltare la Parola di Dio e parlare con Lui. Per farlo serve solo che qualcuno riesca a portarla oltre i confini, laddove per alcuni pare non valga neppure la pena…
Ecco perché la prima lettura ricorda a tutti che Dio “viene a salvarvi”, viene, non aspetta che andiamo noi… per questo è il Dio che supera i confini… perché vuole davvero che tutti possano ascoltare quella Parola di amore e rinnovare la nostra preghiera… che non è un soliloquio ma un dialogo amoroso con Dio (S. Teresa d’Avila).
Vieni Signore e aiutaci ad uscire dalle nostre cerchie per poter incontrare davvero le persone superando il pregiudizio. E ci scopriremo fratelli in umanità, pellegrini dell’assoluto, uniti a coloro che prima… pensavamo lontani…
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