Domenica scorsa abbiamo fatto memoria del battesimo di Gesù nel fiume Giordano. Il vangelo di Marco ci ricordava come Gesù: “uscendo dall’acqua vide squarciarsi i cieli” e udì la voce del Padre che gli dice: “Tu sei il Figlio mio, l’amato” e ‘la tua vita per me è una meraviglia’ (cf. Mc 1,10-11).
Gesù in quelle acque fa esperienza di un amore fortissimo che lo invade e lo invia ad annunciare a tutti la misericordia di Dio che ci rende suoi figli. Ecco perché, nel vangelo di oggi, i due discepoli sono in cerca di una casa, di un luogo dove essere autentici, dove essere amati davvero per ciò che si è. Essi cercano il Padre. La risposta è semplice: “venite e vedete” cioè Gesù non propone una ‘religione’ cioè qualcosa da fare per Dio, ma un’esperienza di vita insieme a lui nella dimora che è il Padre. Un’esperienza così forte che non si può vivere solo per se stessi tanto è straripante. E qui nasce la missione. La missione infatti non è una cosa che si aggiunge all’essere discepoli, ma la sua ovvia conseguenza. Andrea appena sperimenta questa novità di vita va in cerca del fratello e gli dice: “abbiamo incontrato il Messia”. E lo conduce a Gesù. La missione nasce quando, pieni della vita da figli, andiamo in cerca di altri per testimoniare loro l’amore del Padre e li conduciamo a Gesù. Come ha fatto Andrea.
Ci possiamo allora domandare: ‘chi mi ha aiutato a conoscere Gesù?’. Certo Egli avrebbe potuto farsi incontrare direttamente ma ha preferito e preferisce farsi conoscere attraverso il volto di testimoni: persone normalissime la cui vita è un “vieni e vedi” che parla di Dio. Questa è la vocazione di ogni comunità cristiana in ogni angolo di mondo.
Ed ecco la seconda domanda: ‘chi abbiamo aiutato – o stiamo aiutando – a conoscere Gesù?’. Infatti ciascuno di noi è chiamato a testimoniare con la propria vita un incontro avvenuto e condurre altri in quella “casa”. Scrive Papa Francesco: ‘Ogni cristiano è missionario nella misura in cui si è incontrato con l’amore di Dio in Cristo Gesù; non diciamo più che siamo “discepoli” e “missionari”, ma che siamo sempre “discepoli-missionari”’ (EG 120).
Signore quante persone oggi ti cercano e non trovano nessuno che ‘conosca il tuo indirizzo’. Quanti poveri stanno sperando la vera Ricchezza, quanti senza-fissa-dimora sono in cerca di una vera Casa, quanti assetati d’amore cercano una Fonte vera di Bontà. Signore aiutaci a divenire discepoli missionari del tuo amore, a condurre altri alla tua casa.
Come ha fatto Andrea.
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